Buddy Aziendale: cos’è, come sceglierlo e perché è importante
Il Buddy Aziendale è una figura che riveste un ruolo sempre più importante nel processo di Onboarding. Il termine Buddy, sostantivo gergale inglese che può essere tradotto con “compagno” o “amico”, ci dice già tanto su questa figura: potremmo definire infatti il Buddy Aziendale come un dipendente già inserito in azienda che viene incaricato di facilitare l’inserimento dei nuovi assunti con un’attitudine informale e amicale.
Uno studio ha acclarato come, tra le aziende TOP Employers italiane, il 59% di esse prevede l’assegnamento di un Buddy ai neoassunti. Un trend, dunque, che si sta consolidando anche nel nostro Paese. Tuttavia, prima di intraprendere questa strada è bene avere chiari alcuni concetti. In questo articolo vedremo quali sono i principali fattori da prendere in considerarazione prima di attivare la figura del Buddy, quali sono le caratteristiche di un buon Buddy e i vantaggi che può portare.
Aspetti da considerare
È importante sottolineare come il solo ricorso alla figura del Buddy aziendale, senza il supporto di una Policy di Onboarding accuratamente definita, non può essere sufficiente a garantire l’inserimento ottimale della risorsa all’interno del nuovo contesto aziendale.
Al contrario, la scelta di ricorrere al Buddy deve essere inserita all’interno di una più ampia e strutturata strategia di Onboarding aziendale, che preveda un’attenta valutazione delle competenze tecniche e trasversali dei neoassunti e la predisposizione di un dettagliato piano formativo. È opportuno poi marcare la differenza tra Buddy e mentor aziendale.
Quest’ultima figura, infatti, ha generalmente alle spalle una grande esperienza lavorativa e si impegna a condividere e trasmettere le sue competenze e conoscenze per favorire la crescita professionale e l’apprendimento di nuove skills di un dipendente più junior, il mentee; quella del Buddy invece è una figura che si muove maggiormente nella sfera dell’emotività e dell’empatia, solitamente è anagraficamente vicino al neoassunto e la sua azione è confinata ai primi mesi post assunzione. Andiamo a definire meglio quest’ultimo aspetto.
Le caratteristiche di un buon Buddy Aziendale
Il segreto perché quella del Buddy sia un’attività premiante è solo uno: scegliere il giusto Buddy. Secondo i nostri consulenti sono due le caratteristiche fondamentali che deve avere:
- Essere ben inserito nel contesto aziendale: l’azienda rende il Buddy suo portavoce; dunque, quest’ultimo deve condividere valori e cultura aziendale senza remore ed essere in grado di presentarli in chiave positiva;
- Avere spiccate doti relazionali ed empatiche: il Buddy non sarà solo una guida che presenterà processi e metodi, ma avrà anche il ruolo di introdurre colleghi, presentare le regole scritte e non scritte e perché no, le eventuali criticità aziendali. Diventerà un punto di riferimento innanzitutto umano che, molto spesso, crea con il neoassunto una relazione che va anche oltre l’orario d’ufficio.
Ciò implica che il Buddy non debba essere necessariamente una figura tecnica o senior. Ci possono naturalmente essere delle eccezioni: se ad esempio si sta seguendo l’onboarding di una senior manager è opportuno che il Buddy sia quantomeno un pari livello. In generale però l’aspetto umano conta di più di quello gerarchico, di seniority o del reparto di appartenenza. Anzi, è assolutamente da evitare l’instaurarsi di un rapporto di subordinazione tra Buddy e neoassunto.
I vantaggi del Buddy Aziendale
Inserire una figura come il Buddy Aziendale nel processo di Onboarding ha come fine ultimo quello di aumentare la Retention aziendale. I primi sei mesi di lavoro infatti sono i più delicati per un neoassunto, quelli in cui tipicamente matura la decisione di rimanere presso la nuova azienda in quanto condivide con essa valori e visione, oppure di rimettersi alla ricerca di una nuova opportunità professionale.
Dunque, dall’introduzione della figura del Buddy, l’azienda potrà ricavare diversi vantaggi:
- Maggiore fidelizzazione del personale;
- Miglioramento della comunicazione aziendale;
- Migliore produttività grazie ad un inserimento più rapido ed efficace delle nuove risorse.
I vantaggi per il neoassunto:
- Avere un punto di riferimento durante la fase di onboarding con cui condividere dubbi ed eventuali criticità;
- Raggiungere l’autonomia lavorativa in tempi più brevi;
- Riuscire ad integrarsi nelle dinamiche aziendali in maniera più efficace e meno distaccata.
Non sono infine da sottovalutare i vantaggi per il Buddy stesso che vedrà riconosciuto il suo ruolo all’interno dell’azienda e avrà l’opportunità di sviluppare competenze di leadership e mentoring.
Resta sempre aggiornato
Articoli correlati
La Valutazione del Potenziale: tecniche e metodologie
Nell'era aziendale moderna, dove la ricerca dei talenti e la capacità di trattenerli è cruciale, la Valutazione del Potenziale si rivela uno strumento essenziale per identificare e sviluppare le risorse chiave. In questo articolo, esploreremo dettagliatamente cos'è e...
Job Crafting: vantaggi e rischi
Il mondo del lavoro è in costante evoluzione, e con esso, i i tradizionali paradigmi del lavoro dipendente. Un termine che ha guadagnato sempre più rilevanza nell'ambito delle risorse umane è il Job Crafting. In questo articolo, esploreremo cos'è il Job Crafting, la...
Skill Matrix: come utilizzarla per mappare le competenze dei dipendenti
Nel mondo dinamico e in continua evoluzione delle risorse umane, è essenziale disporre di strumenti efficaci per valutare e potenziare le competenze dei dipendenti. La Skill Matrix, una metodologia di mappatura delle competenze, si erge come un elemento fondamentale...
DESIDERI AVERE MAGGIORI INFORMAZIONI?
Compila i campi sottostanti, sarai ricontattato dal nostro staff il prima possibile.